Favoriti Tour de France 2019, Maglia a Pois: francesi in prima fila, ma occhio anche agli italiani
Sarà una sfida come sempre molto sentita quella per la maglia a pois del Tour de France 2019. L’iconico simbolo del primato della classifica dei GPM è, soprattutto in patria, riconoscimento di coraggio e determinazione, oltre che ovviamente di importanti doti in salita. Se non sempre è il miglior scalatore a vincere, spesso e volentieri si tratta comunque di corridori di alto profilo, che trovano in questa maglia il modo di dare un senso ulteriore alla propria partecipazione e di entusiasmare il pubblico, dando spesso vita a vere e proprie volate in cima alle salite.
Recordman di successi è Richard Virenque, che a cavallo del nuovo millennio la vinse per ben sette volte, tanto che ormai nell’immaginario collettivo è difficile figurarselo senza. Sei successi invece per Federico Bahamontes e Lucien Van Impe, mentre tra i corridori in attività è Rafal Majka ad averne vinte di più (due, nel 2014 e 2016). Negli ultimissimi anni gli uomini di classifica sono rimasti fuori dalla bagarre, ma i casi di Nairo Quintana (2013) e Chris Froome (2015), confermano che un loro successo è ancora possibile.
Favoriti Maglia a Pois Tour de France 2019
Campione uscente, per caratteristiche Julian Alaphilippe è sicuramente il maggiore indiziato alla sua stessa successione. L’eclettico corridore francese sta vivendo una stagione entusiasmante e si presenta al via della corsa come uno dei leader del suo team, libero di fare la sua corsa, senza essere un uomo di classifica. Pronto a farsi distanziare per avere ulteriore libertà di movimento, in salita non è al livello dei big, ma si difende egregiamente e nel suo andare a caccia di tappe, sicuramente avrà studiato di muoversi nelle tappe che assegnano il maggior numero di punti. Con il suo carattere e la forma che sembra avere quest’anno, difficile stargli appresso, con la Deceuninck – QuickStep che lo terrebbe a freno solo se Enric Mas dovesse veramente essere in posizione altissima in classifica.
Se nel 2018 era stato Alaphilippe ad impressionare, l’anno precedente, con ancora migliori risultati, ad entusiasmare il pubblico era stato Warren Barguil. Fresco di una maglia tricolore che ne riscatta due anni molto difficili, il corridore della Arkéa – Samsic si presenta con il morale altissimo alla Grande Boucle, avendo già spiegato a sua volta di non volersi concentrare sulla classifica (lui che nei dieci è già entrato), ma piuttosto sulle vittorie di tappa. Per farlo è pronto a partire da lontano e, da scalatore puro, ovviamente lo farà nelle giornate più impegnative. Con la forma dei giorni migliori è un corridore da temere per tutti, anche per i big della generale.
I grandi sfidanti sulla carta sembrano essere loro, tra i pochi che già in partenza hanno messo questo obiettivo nel mirino. Come loro Thomas De Gendt, un altro che in quanto a carattere e determinazione ne ha da vendere. Il belga è un cacciatore di tappe tra i più temuti e bisognerà vedere quale sarà la sua priorità fra le due cose, senza comunque dimenticare che in salita sembra averne un po’ meno dei rivali deputati, avendo sviluppato soprattutto grandissima potenza in pianura in questi anni. Il corridore della Lotto Soudal avrà anche spesso compiti di gregariato che potrebbero creare un accumulo di fatica poco compatibile con una maglia che chiede molta dedizione.
Tanta Italia tra le possibilità. Si parte da Vincenzo Nibali, che più volte ha indicato nella caccia alle tappe e alla maglia a pois un possibile obiettivo concreto se dovesse capire che dopo le fatiche del Giro non ha modo di lottare per la generale. Se il siciliano dovesse optare per questa opzione sarebbe sicuramente un cliente scomodo per tutti, anche se ovviamente sarebbe poi da valutare la gamba con cui riuscirà a portare avanti il suo tentativo. In casa Bahrain-Merida opzione interessante anche il generoso Dylan Teuns, ma restando nel nostro paese come non citare Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) che ha appena vinto l’omologa maglia al Giro d’Italia? L’abruzzese ha un capitano di primo piano come Richie Porte per il quale lavorare, ma non è detto non possa godere di qualche libertà aggiuntiva (oltre al fatto che il tasmaniano ha spesso problemi di vario tipo che non gli consentono di puntare ai suoi obiettivi). Occhio anche ad Alessandro De Marchi, che si presenta al via della Grande Boucle con massima libertà, sostanzialmente come uomo di riferimento della CCC per le salite, quindi con la possibilità di giocarsi le sue carte in montagna con la massima libertà. Sarà infine interessante vedere come Fabio Aru deciderà di correre. La sua condizione è una incognita, anche se chiaramente non è delle migliori, quindi vederlo lottare con corridori che invece sono al meglio non è certo scontato, ma il sardo è corridore di grande carattere e questa sfida, se dovesse rendersi conto di poter continuare a stupire in questo suo recupero lampo, potrebbe essere alla sua portata.
Tra gli scalatori che non arrivano con obiettivi di classifica annunciati anche corridori come Jesus Herrada (Cofids), apparso in forma eccezionale in queste ultime settimane, Michael Woods (EF Education First), che potrebbe tuttavia doversi sacrificare per il capitano Rigoberto Uran, e Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), con quest’ultimo che invece avrà la squadra sostanzialmente per lui, anche per scortarlo all’attacco. Altri possibili candidati sono Lilian Calmejane (Total Direct Energie), Tim Wellens (Lotto Soudal), Guillaume Martin (Wanty-Gobert), Rui Costa (UAE Team Emirates), Ben King (Dimension Data), Nicolas Edet (Cofidis), corridori che ci si aspetta di vedere all’attacco nelle tappe intermedie e di montagna. Prima di tutto per un successo parziale, ma negli anni la vittoria è spesso venuta fuori così, in maniera inizialmente involontaria.
Ovviamente, gli uomini di classifica vanno comunque tenuti in considerazione, soprattutto gli scalatori dai quali ci si aspetta una corsa d’attacco per rifarsi in salita di quanto perso a cronometro. Corridori come la coppia Movistar composta da Mikel Landa e Nairo Quintana, o come i padroni di casa Thibaut Pinot (Groupama-FDJ) e Romain Bardet (Ag2r La Mondiale), senza dimenticare ovviamente Adam Yates (Mitchelton-Scott), Steven Kruijwijk (Jumbo-Visma), Daniel Martin (UAE Team Emirates), Enric Mas (Deceuninck-QuickStep) o Jakob Fuglsang (Astana), tutti corridori d’azione, pronti a muoversi per animare la corsa in salita. Inoltre, se per qualcuno di loro la classifica non potesse, per varie ragioni, più essere un obiettivo praticabile, potrebbero decidere di dirottare le proprie intenzioni su un obiettivo più ragionevole e praticabile. In conclusione, come non citare lo scalatore più atteso di questa edizione, quell’enfant prodige considerato anche il possibile favorito assoluto. Egan Bernal non sembra aver bisogno di attaccare in salita, ma d’altro canto se si domina in montagna il risultato viene da sé, come successe a Froome nel 2015.
Borsino dei Favoriti Maglia a Pois Tour de France 2019
***** Julian Alaphilippe
**** Warren Barguil, Thomas De Gendt
*** Giulio Ciccone, Jesus Herrada, Vincenzo Nibali
** Egan Bernal, Alessandro De Marchi, Mikel Landa, Ilnur Zakarin
* Fabio Aru, Romain Bardet, Daniel Martin, Enric Mas, Thibaut Pinot
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